Chi tutela il MADE IN ITALY: gli Enti, i Consorzi di Tutela e le Associazioni che li rappresentano
Quando la Verità mette a nudo le responsabilità e i ruoli
(…e preoccupa qualcuno)
Le Responsabilità oggettive dei Consorzi di Tutela, degli Enti e delle Associazioni che li rappresentano
Se la difesa del Made in Italy può iniziare solo con una incisiva attività di controllo in tutte le fasi produttive e di commercializzazione dei prodotti a Denominazione di Origine e Indicazione Geografica Protetta (DOP- IGP-DOC- DOCG),
sorge spontaneo chiedersi come e perché siamo arrivati a questo punto
ma soprattutto cosa abbiano realmente fatto finora le Istituzioni, gli Enti, gli Organismi, le Associazioni ed i Consorzi deputati a questo.
Si potrebbe cercare la verità con una attenta analisi
della reale funzione e degli effettivi compiti dei Consorzi di Tutela e degli Enti pubblici e privati che li rappresentano,
degli strumenti a loro disposizione,
dell’uso di tali strumenti
e della normativa che li regolamenta,
anche a fronte della sovrapposizione tra quanto stabilito dal Decreto 21.12.2010, e quanto poi dal DM 6 .11 2012, che stravolge il precedente, cercando di dare risposte certe e obiettive ad alcune delle tante domande.
Ad esempio …
- Perché gli agenti vigilatori lamentano di svolgere attività di vigilanza solo in fase di commercializzazione del prodotto e NON su tutte le fasi produttive, di trasporto e commercializzazione…?
- Perché, al contrario di quanto previsto per i colleghi degli altri consorzi, gli Agenti Vigilatori dei Consorzi di Tutela del settore VINO, NON possono procedere alla contestazione degli illeciti rilevati?
- Perché sono stati istituiti Agenti vigilatori di “Serie A” e di “Serie B”: gli uni con qualifica di PS e gli altri senza, dotandoli comunque entrambi di un tesserino di riconoscimento dal quale non si evince né l’Organismo che lo ha emesso né tantomeno da chi è stato firmato/autorizzato…
- Perché taluni Enti, Funzionari Pubblici e Associazioni del settore, anche dichiarando il falso, dovrebbero suggerire ai propri iscritti di NON partecipare ad attività formative “…pur trattando argomenti legati al ruolo degli agenti vigilatori…”? …vi è forse il tentativo di NON far emergere le incapacità e conseguenti responsabilità del probabile default del sistema che, in definitiva, NON ha prodotto risultati…? … o certi “suggerimenti” celano anche altro…?
- Perché solo ora, risulta che questi Enti/Associazioni stiano “promettendo” ai loro associati di realizzare, magari anche e ancora con fondi e finanziamenti pubblici, specifici corsi di formazione al loro interno?
- … Stiamo di fronte forse ad un ulteriore estremo tentativo di impedire la partecipazione ad un confronto con tutti i soggetti operanti del sistema di controllo e vigilanza..?
- Se in Italia le procedure EX OFFICIO per il contrasto delle frodi e contraffazioni esistono e sono attuabili sin dal 2005, perché sino ad oggi si sono poco utilizzate e solo ora si fa un gran parlare?
Basterebbero semplici, ma approfondite e professionali, attività di controllo sul falso documentale per una maggiore e più incisiva azione di tutela e protezione del Made in Italy in Italia e all’estero…
…basterebbe volerlo veramente ed avere la capacità di attuare e svolgere questo tipo di controlli …
Di questo e di molto altro potranno dare risposte certe
- Vincenzo Pacileo – Consigliere di Cassazione e Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Torino;
- Laura La Torre – Direttore Generale della Vigilanza per la Qualità e Tutela del Consumatore – ICQRF;
- Carlo Maria Pellicano – Sostituto Procuratore presso la Procura Generale di Torino;
- Claudio Biglia – Medico veterinario, già responsabile della sez. di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Torino -Sezione Alimenti;
- Daniele Pisanello – Avvocato e responsabile di Lex Alimentaria;
- Manlio Della Ciana– Medico Veterinario- Dirigente USL Ravenna;
- Giovanni Rabboni e Luca Ascari– Carpi Investigazioni;
e molti altri esperti del settore.
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